Oggi sono passati molti mesi da quel giorno in cui confrontandomi con Floriana decisi che ne avevo abbastanza.
Spesso ripenso a cosa abbia scatenato il cambiamento e ho una sola risposta: IO.
Ma non in autosufficienza, molto lo devo ai concetti che il libro di Anthony Robbins mi aveva passato.
Era il mese del mio compleanno (novembre 2008) e… ho deciso che quello era il fondo, lo hai toccato anche tu?
Quel giorno ho preso consapevolezza che non c'era più abbastanza spazio per il lamento nella mia vita ma solo per l'azione.
Ti guardi allo specchio (e molte volte lo specchio sono le persone che ti vivono accanto) e ti dici : Adesso è il momento di cambiare!
Se guardi il titolo di questo post capisci che era un periodo buio, in cui la “crisi” non ci dava un futuro roseo.
Mi sono seduto e davanti al pc e mi sono detto cosa merito? Cosa voglio? In che cosa mi sono impegnato? Ho iniziato a liberare i miei pensieri.
Pochi minuti e sapevo cosa volevo e come cercare di raggiuger quell'obiettivo:
Voglio cambiare lavoro entro un anno e voglio guadagnare il 30% in più.
L'ho confidato solo dopo qualche giorno a Floriana e ho iniziato a lavorare sodo cercando di capire cosa il mercato richiedeva e come potevo io aderire a quelle aspettative.
Lavorare nell'informatica spesso è misurato dalle certificazioni sulle varie tecnologie utilizzate, e io le tecnologie le utilizzo dal 1990 ma certificazioni richieste ne avevo poche.
Allora ho iniziato a riscrivere il mio curriculum, a studiare per le certificazioni che servivano a me e che potevano fare comodo anche all'azienda in cui lavoravo.
Perchè se inizi un cammino e hai solo una scelta non hai scelte, se hai solo due scelte quello è un dilemma, se hai tre possibilità sei solo allora libero di scegliere.
Le mie possibilità erano 3: cambiare, restare, mettermi in proprio.
Mi alzavo alle 5-6 per studiare 2-3 ore ogni giorno e puntare sempre nuove certificazioni per dare lo spessore che avevo solo come esperienza e non da enti esterni.
Nel frattempo ho cercato di aiutare anche i miei colleghi a riuscire nelle certificazioni e pensavo a come mettermi in proprio.
10-11 mesi dopo iniziano i primi colloqui di lavoro importanti per poi sfociare a fine Novembre inizio Dicembre 2009 in un offerta concreta del 25% in più, sulla quale io contratto perchè voglio il 30% non di meno.
Passano le feste e io inizio a pensare di essere stato troppo ambizioso, qualcuno mi dice anche che in tempi di crisi bisogna accontentarsi, io no!
Nel frattempo in azienda lavoro con colleghi e superiori per migliorare il lavoro di gruppo e stendo addirittura un piano di migliormento aziendale (ricordi le tre possibilità di cui ti accennavo? Quindi lavoravo su tre fronti) e ottengo un aumento.
Arriva febbraio 2010 e l'offerta si ufficializza al 30% in più netto.
Mi siedo, sono tempi difficili in azienda quelli e devo capire se posso migliorare dove sono non abbandonando l'investimento degli ultimi mesi ovvero ristrutturare o se devo andarmene a cominciare con un nuovo progetto.
Chiedo consiglio al mio capo e lui mi dice che sono io che devo decidere lui non interferirà.
Così è difficile da un lato la possibilità di cambiare in meglio ciò che conosco , dall'altro una sfida tutta nuova.
Quante volte vorremmo non dover decidere avere solo una scelta e lasciare che siano gli eventi a decidere per noi.
Tiro fuori tutti i pro ed i contro.
Li allineo tutti davanti agli occhi di mia moglie e lei mi dice: non lo vedi come ti brillano gli occhi di fronte ad una sfida nuova ?
Ci ripenso ed in effetti le parole con le quali descrivo il mio nuovo lavoro sono diverse, più adrenalina.
2 giorni e stringo il nuovo contratto in mano.
A chi mi chiede come hai fatto a cambiare lavoro rispondo sempre,
anzichè lamentarmi quando vedevo qualcosa che non andava nel vecchio lavoro facevo due cose:
1) cercavo di cambiare le cose
2) inviavo 70 curriculum al giorno
Perchè 70! perchè avevo deciso che per ogni minuto di stizza, 7 erano i curriculum da inviare e normalemente tra decollo arrabbiatura ed atterraggio passavano 10 minuti….
Poi ho iniziato il nuovo lavoro ma avevo imparato una cosa, se vuoi cambiare qualcosa devi agire verso quel cambiamento non solo parlarne.
Troppe sere al termine del lavoro ricevevo lamentele dei “vecchi” colleghi che però non facevano altro che la pentola a pressione: continua a fischiare io invece ho cambiato fornello….